La Lanterna del Popolo

"La Lanterna del Popolo" - Mensile di Attualità, Cronaca, Cultura, Informazione e OpinioneBenvenuti nel Sito Ufficiale de "La Lanterna del Popolo" - Carovigno (BR) - ITALIA

 

 

 

 

Dopo 25 anni La Lanterna del Popolo

cessa le pubblicazioni e saluta la città

"Motivi di salute mi impongono di fermarmi e porre fine a questa straordinaria avventura"

 

© - La Lanterna del Popolo (2023)

di Domenico Basile

Cari Lettori, care Lettrici, cari Concittadini

E' con la morte nel cuore che devo annunciarvi che ho preso una decisione importante ed irrevocabile che non avrei mai pensato di dover prendere.

Dopo 25 anni, e ben 300 numeri all'attivo, La Lanterna del Popolo cessa le sue pubblicazioni e da Gennaio 2024 non sarà più in edicola.

Si tratta di una decisione difficile, molto sofferta, ma lungamente ponderata.

Tutte le cose hanno un inizio e devono avere necessariamente anche una fine, ed è meglio che la parola "Fine" venga scritta da noi anzichè da altri.

Interrompiamo le pubblicazioni cartacee con 8.953 articoli all'attivo, di cui 8.436 scritti da me e 517 realizzati da altre persone che hanno dato un proprio disinteressato contributo intellettuale a questo territorio.

Iniziai questo lungo viaggio nel Dicembre 1998, quando ero ancora un focoso giovincello, proveniente da Torino (la mia amata città natale), imbevuto di modernità e idee innovative che si scontrava con la triste realtà di un paesino di provincia, omertoso, fortemente ancorato a retaggi culturali medioevali e a cattive abitudini ancestrali difficili da estirpare.

Oggi, nonostante una criniera sale e pepe, sento ancora lo stesso spirito di quel giovane, ma è prigioniero in un corpo che sento non appartenermi.

Ho dedicato 25 lunghi anni della mia vita al progetto "La Lanterna del Popolo", spendendo tante notti insonni, fiumi di inchiostro, risorse economiche e intellettuali per la crescita culturale, civile e morale della città di Carovigno e dei suoi abitanti, sottraendo spazio e tempo a me stesso ed alla mia famiglia: sinceramente non so quanti carovignesi possano permettersi di poter affermare la stessa cosa.

C'è un passaggio molto bello della Costituzione italiana, e precisamente l'art. 4, che recita: "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".

Questo articolo della Costituzione è stato sempre il mio faro e ne ho seguito la rotta con caparbietà, nonostante le numerose tempeste.

In tutti questi anni mi sono concentrato particolarmente sulla chiave di volta dello sviluppo di un territorio, l'unica che, se praticata con passione, disinteresse e competenza, può rappresentare una svolta fondamentale per qualsiasi realtà: la politica.

Resoconti precisi e puntuali delle progettualità, degli atti amministrativi  e dei consigli comunali sono stati gli elementi caratterizzanti della mia attività editoriale, così come non sono mancate le interviste scomode ai vari protagonisti della politica locale.

Numerose sono state le inchieste condotte, anche queste particolarmente scomode per i soggetti coinvolti, ma che hanno permesso ai cittadini di scoprire la vera anima dei loro amministratori.

Ho cercato di strappare quel velo di omertà che avvolgeva questo paese, provando a dare dignità alla politica, una parola per molti sconosciuta e che negli ultimi anni è stata smarrita e confinata nell'oblio collettivo.

Grande impegno l'ho dedicato nel promuovere e valorizzare i beni culturali locali, cercando di infondere nelle coscienze cittadine il rispetto degli stessi e il concetto del buon gusto e del senso estetico per qualsiasi intervento di restauro avesse per oggetto i numerosi beni culturali presenti in questo paese e in tutto il territorio carovignese.

Altrettanto impegno l'ho dedicato nella tutela e il rispetto dell'ambiente nei suoi molteplici aspetti, contrastando la cementificazione selvaggia, la privatizzazione a fini speculativi, il fenomeno delle discariche abusive, la totale assenza di controlli da parte degli organi preposti, e la totale mancanza di tutela del patrimonio rappresentato dai nostri uliveti secolari.

Ho propugnato il rispetto del mare, delle dune, delle spiagge, della natura in genere e della fruizione pubblica, il rispetto dei beni culturali dagli interventi di ristrutturazione sconsiderati operati da tecnici di dubbio valore, e il rispetto dei beni pubblici dagli assalti vandalici.

L'impegno è stato però indirizzato anche verso una cosiddetta editoria "colta".

La cittadinanza era abituata a cibarsi quasi esclusivamente di una "editoria stracciona".

I giornali quotidiani, eccetto rari casi, venivano acquistati soltanto quando qualche cittadino veniva assassinato, o arrestato.

La popolazione si avvicinava al massimo ad una lettura sommaria e superficiale, e soltanto per soddisfare la propria morbosa curiosità, tipica dell'essere umano, ma particolarmente accentuata nella popolazione carovignese.

Il lettore medio era assetato di scandali, si nutriva e si nutre ancora oggi di pettegolezzi, vuol sapere, non per il piacere di conoscere o per essere informato, ma per avere uno o più argomenti di conversazione sui quali poter spettegolare e "ricamarci" su per giorni se non addirittura per settimane.

Consci del fatto che qualsiasi cambiamento debba partire dalle fondamenta, abbiamo istituito e svolto il Gran Premio Giornalistico Letterario "La Lanterna del Popolo-Città di Carovigno", col quale si è cercato di avvicinare i giovani alla lettura dei giornali, e per valorizzare la lingua italiana (ignorata in primis da rappresentanti istituzionali locali) attraverso una serie di lezioni di giornalismo gratuite nelle scuole, culminanti con una prova scritta che ha coinvolto centinaia di ragazzi che, indossati i panni del giornalista, si sono cimentati nella stesura di un articolo sulla base delle tracce fornite dalla redazione.

Abbiamo organizzato 6 edizioni ottenendo un grande successo, ma poi è venuta meno la volontà da parte di alcuni docenti (forse perchè da questo progetto non guadagnavano nulla?), e così è stato necessario interrompere anche questo bel momento di crescita culturale.

Rimane, però, la grande soddisfazione di aver portato sul web La Lanterna del Popolo con un portale polivalente molto seguito, che con oltre 4.128.000 visitatori e circa 6.163.000 di pagine visitate, ne fanno il 1° giornale on line della provincia di Brindisi a essere approdato sul web.

Oggi, però, gravi motivi di salute mi impongono di fermarmi e porre fine a questa straordinaria quanto amara avventura.

Fin dal primo momento in cui questa ignota quanto subdola malattia ha fatto apparizione nella mia vita il traguardo storico dei 25 anni è stato il primo obiettivo che mi sono posto.

Dovevo essere io più forte della malattia, dovevo essere io a decidere quando smettere, e dovevo essere sempre io a scrivere la parola "Fine", prima che lo facesse lei ... e questo è senz'altro il momento giusto!

In questo percorso parallelo durato quasi 2 anni, voglio ringraziare il mio grandissimo amico Franco Lanzilotti, il mio Angelo Custode che mi ha aiutato, supportandomi in questa inaspettata via Crucis, senza il quale non avrei mai potuto raggiungere questo storico obiettivo.

E visto che siamo arrivati ai ringraziamenti, permettetemi di ringraziare in primis la mia famiglia che, nonostante tutto, per un quarto di secolo ha sopportato il mio impegno e il mio estro giornalistico, che ha sottratto molto tempo agli affetti e alla quotidianità familiare.

Voglio ringraziare tutte le persone che nel corso degli anni a vario titolo hanno contribuito con un articolo a tener viva La Lanterna del Popolo, condividendone i principi e gli obiettivi, molti di loro, purtroppo, non più fra noi.

Voglio ringraziare tutti i titolari delle attività artigianali, commerciali e industriali che nel corso degli anni hanno sponsorizzato le loro attività sostenendo La Lanterna del Popolo.

Voglio ringraziare poi tutti i lettori e le lettrici che nel corso di tutti questi anni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno attraverso l'acquisto del giornale ogni mese.

Voglio ringraziare anche gli edicolanti che per tanti anni hanno posto in vendita il giornale, contribuendo alla diffusione dello stesso.

Voglio ringraziare perfino l'ignoto bastardo che in tutti questi anni si è divertito, ogni mese, a strappare la locandina del giornale durante la notte, come ogni vigliacco che si rispetti: ma ora dovrà strappare qualcos'altro.

Voglio infine ringraziare tutti i politici locali che si sono succeduti in questo quarto di secolo, poichè sono stati loro i protagonisti principali di questa rappresentazione teatrale che abbiamo potuto mettere in scena ogni mese.

Senza le azioni amministrative poste in essere, senza le loro vane promesse elettorali, senza le loro interviste naturali e senza filtri, e perchè no, senza le loro bravate, le loro spacconate, i loro battibecchi e le loro liti per il potere e la poltrona, senza le loro colorite espressioni dialettali, senza i loro vizietti piccoli e grandi, senza la loro umanità e in alcuni casi disumanità, forse questo giornale non sarebbe esistito.

Ma dopo i doverosi ringraziamenti veniamo alle considerazioni finali.

Prendete queste mie ultime parole come una specie di "testamento spirituale".

Dopo 25 anni di attività editoriale, purtroppo lascio un paese in uno stato pietoso.

Lascio un paese in cui la Politica non è più la stessa, anzi in cui non si fa più Politica, ma solo una sterile lotta per il potere tra fazioni rivali.

Lascio un paese privo di strumenti urbanistici come il PUG e il Piano delle Coste solo per dispettucci trasversali e politiche clientelari che nulla hanno a che vedere con il bene comune.

Lascio un paese quasi privo di progettualità con opere pubbliche che si trascinano da decenni e che forse non vedranno mai la luce.

Lascio un paese in cui la povertà è alle stelle e i servizi sociali non sono in grado dare risposte.

Lascio un paese in cui l'agricoltura è mortificata nel totale disinteresse della Regione Puglia.

Lascio un paese in cui il rischio idrogeologico è altissimo con tutti i danni che ne conseguono.

Lascio un paese in cui è normale abbandonare i rifiuti, realizzare scarichi abusivi, distruggere i beni pubblici nell'indifferenza generale.

Lascio un paese in cui il clientelismo e il favore personale sono la prassi quotidiana.

Lascio un paese per il quale non riesco affatto ad intravedere alcun tipo di futuro.

Avrei tanto voluto lasciare qualcosa di meglio, soprattutto per le nuove generazioni, ma mi rendo conto che questa è ormai una battaglia contro i mulini a vento, e non voglio più essere una voce solista che grida nel deserto.

Sono certo che tante persone e amici che mi hanno seguito e apprezzato in tanti anni di attività giornalistica saranno estremamente dispiaciuti di questa mia decisione, almeno tanto quanto sono certo che molti politici, affaristi, affabulatori e mistificatori saranno felicissimi che questo "rompiballe" abbia deciso finalmente di farsi da parte una volta per tutte.

Dei primi conserverò sempre uno splendido ricordo, dei secondi conserverò le varie denunce pendenti che hanno presentato contro di me per zittirmi, e la remota speranza che tornino nel fango da cui sono emersi.

Chi vorrà ancora seguirmi potrà farlo tramite una ridotta edizione on line attraverso la quale, se ne sentirò il bisogno continuerò a esprimere liberamente la mia opinione, senza vincoli, come ho sempre fatto in tutta la mia vita.

Finché avrò anche solo un soffio di vita scriverò cercando di tenere accesa la fiammella che alimenta La Lanterna del Popolo, affinchè possa continuare ad illuminare le coscienze di chi nonostante tutto continua a sperare in un cambiamento.

                                                                                                        Il Direttore de "La Lanterna del Popolo"

                                                                                                                          Domenico Basile