La Lanterna del Popolo

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Una giornata di ordinaria follia per i turisti

giunti alla stazione ferroviaria di Carovigno

Inutile parlare di comune turistico se non siamo in grado di offrire le condizioni per accogliere i turisti

 

© - La Lanterna del Popolo (2023)

di Domenico Basile

Era un giorno di mezza estate, non un sogno, ma semplicemente una triste realtà, e ve la raccontiamo.

Viaggiavamo su un treno interregionale lungo la tratta Brindisi-Bari, sedute di fronte a noi 2 turiste munite dei bagagli, appena giunte a Brindisi e salite sul treno per raggiungere una ignota località per trascorrere una meritata vacanza.

Ad un certo punto il treno attraversa una zona, compresa tra la località Serranova e la Bufalaria, e buttando un occhio verso il finestrino, sentiamo le turiste chiedersi: "Oh Dio! Ma dove siamo finite?... guarda quegli alberi, sembrano degli spettri!".

Avevano appena fatto conoscenza con la Xylella.

E pensare che ci sono politici locali che nelle alte sedi istituzionali della Regione Puglia hanno avuto la faccia tosta di proporsi per andare sul posto per rendersi conto dello stato di questa malattia, come se fossero degli alieni vissuti fino a poco fa sul pianeta Giove.

Abbiamo spiegato alle ignare turiste che quelli erano gli effetti disastrosi prodotti dalla Xylella, cercando di rassicurarle sul fatto che non tutto il territorio era in quelle pietose condizioni (almeno per ora).

Giunti alla stazione di Carovigno siamo scesi e, con nostra grande sorpresa scopriamo che anche le 2 turiste in questione erano scese dal treno.

Erano 2 giovani ventenni di Torino, abbigliate alla moda, con vestiti dai colori vivaci e sgargianti, e si comprendeva benissimo che erano finite in un luogo fuori dal mondo, anzi, fuori dal tempo e dallo spazio.

Le vediamo dirigersi verso il nulla e ci rendiamo subito conto che avevano bisogno di aiuto.

Vedendole percorrere la banchina del marciapiede della stazione verso Ostuni abbiamo chiesto loro dove stessero andando e se avessero bisogno di aiuto.

Felici di aver trovato qualcuno a cui poter chiedere informazioni ci hanno chiesto dove fosse la toilette.

Ovviamente abbiamo detto loro che la stazione di Carovigno da diversi anni è sprovvista di toilette, ovvero ci sono, ma sono chiuse al pubblico.

Ci hanno quindi chiesto se fosse possibile parlare col capostazione, al che abbiamo dovuto dire che non c'è più alcun personale in servizio da molti anni.

Ci hanno chiesto se fosse uno scherzo, ma purtroppo per loro abbiamo dovuto confermare che era vero.

Pensando di andarsene a Ostuni ci hanno chiesto se ci fosse una biglietteria, ma anche in quel caso abbiamo dovuto ribadire che non c'erano uffici o biglietterie, e neppure una biglietteria automatica, per cui non potevano allontanarsi da Carovigno, anche perchè per diverse ore non si sarebbe più fermato alcun treno alla stazione di Carovigno.

Ovvero, i treni sarebbero transitati, ma avrebbero tirato dritto allontanandosi a tutta velocità.

Dopo il comprensivo scoramento iniziale, le 2 giovani turiste ci hanno chiesto se ci fosse una sala di attesa, ed abbiamo confermato che una sottospecie di sala d'attesa c'è, ma priva di porte, e poco sicura per 2 giovani abbandonate in mezzo al nulla in una zona che non sarebbe stata frequentata per diverse ore.

Ci hanno quindi chiesto dove fosse il bar più vicino, ma siamo stati costretti a dare loro l'ennesima delusione, poichè abbiamo dovuto dire che il bar più vicino avrebbero potuto trovarlo solo raggiungendo il centro abitato di Carovigno 4 km dalla stazione.

Le malcapitate turiste, ormai convinte di doversi lasciare la stazione alle spalle per poter tornare nel "Regno dei Vivi", ci hanno chiesto se ci fosse un autobus per raggiungere Carovigno, ma anche in questo caso abbiamo dovuto deludere le loro aspettative dicendogli che forse sarebbe giunto un bus con la fermata del prossimo treno, ma che era inutile sperarci troppo o cercare orari precisi perchè il servizio offerto dalla STP è quanto di più squalificato e si possa immaginare, con un sito che riporta orari solo teorici e gli autobus che transitano quando gli pare.

Le soluzioni erano sempre più ridotte, così le 2 giovani hanno chiesto se fosse possibile chiamare un taxi, ma con nostro grandissimo imbarazzo abbiamo dovuto informarle che a Carovigno non esiste nessuno che svolge il servizio di taxi.

Ormai all'ultima spiaggia ci hanno chiesto se potessero noleggiare un'auto, al che dopo vari tentativi telefonici abbiamo dovuto dirgli a malincuore che avrebbero potuto farlo, ma solo a Carovigno.

Ormai non restava che una soluzione per non abbandonarle un quel luogo triste e infame compreso tra una cava dismessa e la desolazione totale, offrire loro  un passaggio per il centro abitato.

Illuminate e felici per il gesto cortese, ci siamo stretti in auto insieme ai loro bagagli e ci siamo diretti verso il centro abitato di Carovigno.

Nonostante le nostre narrazioni sulla bellezza delle nostre spiagge, del nostro castello, etc. alle giovani ragazze non sono sfuggite neppure le condizioni penose in cui versa la vecchia strada della stazione.

Raggiunto il centro abitato non hanno mancato di ringraziarci dicendoci: "Certo che siete messi proprio male"... e chi poteva dargli torto?

Altro che  comune turistico!