L'8 e il 9 Giugno prossimo i cittadini italiani verranno nuovamente "scomodati" per esprimersi sui 5 referendum abrogativi promossi dagli ambienti sindacali e dai partiti del centrosinistra, primi fra tutti Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Ma vediamo esattamente di cosa si tratta.
La scheda verde ci chiede se siamo d'accordo o meno ad abrogare, e quindi eliminare, la norma secondo cui un dipendente a tempo indeterminato di una impresa con più di 15 dipendenti non può essere reintegrato se licenziato illegittimamente.
Ma cos'è un licenziamento illegittimo.
I casi possono essere molti: per esempio essere licenziato per motivi politici, per questioni legate all'orientamento sessuale, oppure per essere stato accusato ingiustamente di aver rubato qualcosa sul posto di lavoro e per questo ti licenzia.
In queste situazioni il lavoratore non ha diritto a riavere il posto di lavoro ma solo una somma di denaro.
Il questo riguarda anche il contratto a tutele crescenti, un contratto a tempo indeterminato nel quale il reintegro viene sostituito da un indennizzo economico che cresce con l'anzianità di servizio.
Se vincesse il SI tali norme verrebbero abrogate e tutti i lavoratori tornerebbero sotto la disciplina dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori che dà la possibilità di ritornare al proprio posto di lavoro se il giudice dichiara il licenziamento infondato e ingiusto.
Interessante la possibilità di poter riavere il proprio posto di lavoro, ma chi vorrebbe mai riprendere servizio presso una azienda in cui non ci si trova bene o dove possono esserci addirittura conflitti quotidiani con il proprio datore di lavoro?
Forse sarebbe preferibile cambiare aria!
La scheda arancione chiede l'eliminazione del tetto massimo dell'indennità per il licenziamento illegittimo, cioè della somma di denaro dovuta dai datori di lavoro delle piccole aziende in caso di licenziamento illegittimo.
Attualmente infatti se lavori in un'azienda con meno di 15 dipendenti e vieni licenziato ingiustamente hai diritto ad un risarcimento economico di massimo 6 mensilità, o qualcosa in più in casi particolari.
Il referendum propone di abolire questo limite lasciando al giudice la possibilità di stabilire l'importo senza limiti predefiniti.
Referendum interessante, che però non smuove le montagne, nè stravolge alcunchè.
La scheda grigia si occupa dei contratti a tempo determinato chiedendo l'abrogazione dell'attuale normativa che permette ad una azienda di stipulare contratti a tempo determinato per un massimo di 12 mesi senza nessun obbligo di specificare la causale, ossia il motivo.
Quindi se vincesse il SI le aziende dovrebbero mettere nero su bianco il motivo per cui assumono a tempo determinato, insomma un ostacolo al mondo del lavoro.
La scheda rosa riguarda gli infortuni sul lavoro.
Oggi se un operaio di una ditta in subappalto cade da un ponteggio e si fa male può chiedere il risarcimento solo all'azienda che lo aveva assunto e non a quella che aveva commissionato il lavoro, questo perchè parliamo di rischi specifici cioè strettamente legati a quella attività lavorativa.
Il referendum chiede di estendere la responsabilità anche all'azienda che ha commissionato i lavori, ma sinceramente non si comprende perchè mai una ditta committente dovrebbe rispondere delle eventuali negligenze o inadempienze da parte della società appaltatrice ... davvero incomprensibile.
Tale norma peraltro andrebbe contro il mercato del lavoro per cui diminuirebbero gli appalti all'esterno con una diminuzione dei posti di lavoro.
La scheda gialla invece riguarda la cittadinanza.
Il referendum propone di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo di residenza in Italia per gli extracomunitari che volessero chiedere la cittadinanza italiana con l'obiettivo di favorire l'accesso alla cittadinanza italiana a coloro che sono stabilmente residenti in Italia.
Ciò non significa che verrà immediatamente ottenuta perchè questo è soltanto il primo gradino di un lungo percorso in cui le persone devono dimostrare di avere tutta una serie di requisiti (conoscenza della lingua italiana, possesso di un certo reddito, assenza di precedenti penali, di essere in regola con le tasse, di non rappresentare una minaccia per la sicurezza della repubblica italiana) che non vengono in alcun modo modificati da questo referendum.
Ma se i 10 anni sono sempre andati bene finora, perchè mai dovremo cambiare tale regola?
Ma soprattutto di fronte a quesiti di così basso spessore che non favoriranno certamente il lavoro e lo sviluppo viene da chiedersi dov'erano e che posizione assumevano Elly Schlein e il Partito Democratico quando veniva approvata la Riforma Fornero?
Dov'erano Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle quando il premier Monti invocava "lacrime e sangue"?
Dov'erano CGIL, CISL e UIL, ed in particolare il signor Landini quando veniva sfondato e abbattuto il limite massimo dei 40 anni di contributi per tutti i lavoratori, un limite che avrebbe dovuto rimanere invalicabile per sempre e per chiunque?
Se andate indietro con la memoria troverete le risposte e con esse la coerenza e la vera natura di tali soggetti.