La Lanterna del Popolo

"La Lanterna del Popolo" - Mensile di Attualità, Cronaca, Cultura, Informazione e OpinioneBenvenuti nel Sito Ufficiale de "La Lanterna del Popolo" - Carovigno (BR) - ITALIA

 

 

 

 

Nuova Carbinia nuovo Amministratore:

brusco ritorno alla politica del passato

La rimozione immotivata del Dott. Diaferia per favorire la nomina politica dell'ex Vice Sindaco Onofrio Palma

 

© - La Lanterna del Popolo (2025)

di Domenico Basile

Il Comune di Carovigno ha annunciato tramite la propria pagina Facebook la nomina del nuovo Amministratore Unico della società partecipata Nuova Carbinia S.r.l.u.: sarà l’Ing. Onofrio Palma a guidare l’ente per il triennio 2025-2028.

La decisione, assunta in qualità di socio unico della società, è stata seguita da una dichiarazione ufficiale intrisa di entusiasmo istituzionale, nella quale l’Amministrazione Comunale – con in testa il Sindaco Massimo Lanzilotti – ha espresso piena fiducia nel nuovo amministratore, sottolineandone il profilo professionale e il legame consolidato con l’attuale leadership cittadina.

Dietro le parole di circostanza e le formule di rito, tuttavia, questa nomina solleva interrogativi profondi sulla gestione delle partecipate pubbliche, sul rapporto tra amministrazione e politica e sul reale valore attribuito al merito e alla continuità amministrativa.

Proprio per questo, è doveroso fermarsi a riflettere, con lucidità e spirito critico, sull’operazione appena compiuta.

La Nuova Carbinia è una società a totale partecipazione pubblica, costituita dal Comune di Carovigno per la gestione di servizi di interesse generale.

Tra le sue funzioni principali vi sono la gestione del patrimonio comunale, l’organizzazione dei servizi manutentivi e ambientali, e in alcuni casi la gestione di strutture sportive, culturali o turistiche.

In altre parole, essa rappresenta uno degli strumenti più importanti attraverso i quali il Comune di Carovigno eroga servizi essenziali alla cittadinanza, in una logica aziendale, ma con una missione pubblica.

Negli ultimi anni, la società ha attraversato fasi alterne, ma è indubbio che l’Amministratore Unico uscente, il Dott. Antonio Diaferia, abbia rappresentato un punto di riferimento per la sua stabilità gestionale.

In carica per 9 anni, ha guidato la partecipata in periodi complessi, compresi momenti in cui la stessa sopravvivenza della società sembrava messa in discussione.

Il suo operato, seppur non esente da critiche (come ogni gestione pubblica), non è stato oggetto di censure gravi, né di contestazioni sostanziali da parte degli organi di controllo.

Anzi, nella stessa nota istituzionale si parla di "positivi risultati raggiunti", di "continuità aziendale garantita", e di "impegno profuso" da parte dell’amministratore uscente.

Il tono del saluto appare quasi condiscendente, come se si volesse in fretta archiviare un capitolo di buon governo tecnico per aprirne in fretta uno più marcatamente politico.

La nomina dell’Ing. Onofrio Palma, per quanto legittima sul piano formale, è sostanzialmente una scelta politica.

Il neo Amministratore Unico non è solo un ingegnere con 20 anni di esperienza – come si afferma nel comunicato – ma anche un volto noto della politica locale, essendo già stato Assessore e Vice Sindaco durante una precedente fase dell’Amministrazione Lanzilotti.

Questa stretta vicinanza personale e politica al Sindaco in carica getta un’ombra di inopportunità su una scelta che avrebbe potuto (e forse dovuto) essere animata da logiche più tecniche e imparziali piuttosto che politiche.

Non si tratta di mettere in dubbio le competenze professionali dell’ing. Palma – che saranno eventualmente valutate dai risultati che conseguirà – ma di porre l’accento sul metodo.

La sostituzione di un valido tecnico con un ex esponente politico rappresenta un segnale preoccupante per chi auspica una gestione delle società partecipate orientata alla trasparenza, al merito e alla depoliticizzazione della pubblica amministrazione.

In molti Comuni italiani si sta cercando – faticosamente – di limitare le nomine clientelari e di partito all’interno delle partecipate, con meccanismi di selezione pubblica, criteri oggettivi e audizioni trasparenti.

A Carovigno, invece, sembra che si sia scelta la via opposta: si torna alla cooptazione, alla logica dell’uomo di fiducia, un ritorno al passato che rischia di minare la credibilità delle istituzioni e la qualità stessa del servizio pubblico.

Particolarmente stonato, in questo contesto, è il tono con cui viene congedato l’Amministratore uscente, Antonio Diaferia.

Nessuna parola è stata spesa per spiegare il perché della sostituzione.

Non si fa riferimento ad alcuna criticità gestionale, ad alcuna perdita, ad alcuna contestazione.

Non si menziona alcuna discontinuità necessaria, nessun cambio di indirizzo richiesto dai nuovi bisogni della società.

Al contrario, si sottolineano il buon operato e la durata quasi decennale del mandato.

In un Paese dove la retorica del “cambiare per migliorare” è abusata, questa scelta appare paradossale: si cambia per tornare a una figura politica, senza che vi sia una ragione tecnica o amministrativa evidente per farlo.

La domanda che sorge spontanea è: che colpe aveva il Dott. Diaferia?

Se i risultati sono stati positivi e se la continuità è stata garantita, perché interrompere un percorso positivo?

La risposta più plausibile – e più inquietante – è che l’unica “colpa” del dott. Diaferia fosse l’essere esterno agli attuali equilibri politici, una figura troppo autonoma, troppo poco “organica” all’Amministrazione, forse anche troppo poco "gestibile".

Lungi dall’essere una semplice sostituzione di un dirigente, questa nomina rappresenta un test cruciale per la cultura politica locale.

I cittadini si attendono che le società pubbliche siano guidate da figure di alto profilo, indipendenti e capaci, e non da persone legate da rapporti personali o politici con chi governa.

Questo principio, che dovrebbe essere ovvio, è in realtà costantemente violato in molti enti locali.

Nomine come quella dell’ing. Palma rischiano di consolidare una concezione proprietaria della cosa pubblica, dove la gestione dei servizi è affidata a persone gradite al potere di turno, al di là della loro autonomia o del curriculum comparato con altri potenziali candidati.

E' legittimo chiedere che le scelte vengano orientate da criteri trasparenti e comparativi, anche tramite avvisi pubblici, selezioni aperte e momenti di confronto.

E' il minimo che si possa chiedere a chi amministra un Comune in nome e per conto di tutta la cittadinanza, non solo della propria cerchia politica.

La nomina dell’ing. Onofrio Palma quindi appare senza ombra di dubbio come un’occasione mancata per rafforzare la fiducia nelle istituzioni locali..

La cittadinanza ha il diritto di interrogarsi sulle modalità con cui vengono assegnati ruoli così delicati e pretendere una pubblica amministrazione che metta al centro il merito, la trasparenza e l’interesse collettivo, perché la gestione delle partecipate non è materia privata, né zona grigia della politica, ma aspetto essenziale della qualità democratica e amministrativa di una città.