La Lanterna del Popolo

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Tassa Rifiuti salata e servizi scadenti:

il paradosso ambientale di Carovigno

Servizi di nettezza urbana non all'altezza per una tassa che doveva diminuire e che invece scontenta tutti

 

© - La Lanterna del Popolo (2025)

di Domenico Basile

Come ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, arriva nelle case dei cittadini di Carovigno l’avviso di pagamento della tassa sui rifiuti, la famigerata TARI.

E come ogni anno, la reazione della cittadinanza oscilla tra l’indignazione e la rassegnazione.

Una tassa salata, difficilmente sostenibile per molte famiglie, che non trova alcun riscontro in un servizio degno di tale nome.

Infatti, a fronte di un esborso che continua a crescere anno dopo anno, la qualità della gestione dei rifiuti e del decoro urbano appare a dir poco insoddisfacente.

Le strade del centro cittadino, al pari di quelle delle periferie e delle contrade, sono spesso sporche, disseminate di rifiuti abbandonati, sacchetti gettati ai margini delle carreggiate, resti di ingombranti lasciati dove capita in periferia o, peggio, nelle campagne circostanti.

Un fenomeno che si aggrava in maniera preoccupante nei mesi estivi, quando l’aumento della popolazione dovuto al turismo espone in modo ancora più evidente tutte le lacune del sistema di raccolta.

A Carovigno, lamentano i residenti, sembra non esserci più alcuna attività ordinaria di spazzamento.

Gli "spazzini" – una figura che in molte realtà urbane ancora contribuisce alla pulizia quotidiana delle strade – sembrano spariti.

La spazzatrice meccanica, unico mezzo rimasto a tentare di arginare il degrado, segue sempre lo stesso percorso, limitandosi alle arterie principali e ignorando buona parte della rete stradale.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: marciapiedi sporchi, rifiuti agli angoli delle strade, erbacce che crescono rigogliose e indisturbate in pieno centro cittadino.

Non va meglio nelle contrade e nelle strade di campagne, dove l’abbandono dei rifiuti ha raggiunto livelli allarmanti.

Interi tratti di macchia mediterranea trasformati in discariche abusive, sacchetti di immondizia lanciati dalle auto in corsa, resti di materiali edili, pneumatici usati, vecchi elettrodomestici e una quantità abnorme di bottiglie di vetro: uno scenario desolante, che non solo compromette l’immagine del territorio, ma rappresenta una concreta minaccia per l’ambiente e la salute pubblica.

Eppure, dal palazzo comunale tutto sembra andare bene.

Gli amministratori locali, quando sollecitati o criticati, rispondono con toni rassicuranti: il servizio funziona perfettamente, i problemi sono fisiologici, non ci sono emergenze.

Ma per chi vive quotidianamente Carovigno – per chi esce di casa ogni mattina attraversando strade sporche, per chi raccoglie i rifiuti davanti alla propria attività commerciale, per chi abita nelle zone periferiche completamente dimenticate – queste rassicurazioni suonano come una beffa.

Una situazione che genera frustrazione ma anche impotenza. Perché, nonostante le evidenti criticità, lamentarsi sembra inutile.

Le segnalazioni restano lettera morta, le proteste non trovano spazio, e ogni tentativo di richiamare l’attenzione viene liquidato con sufficienza o ignorato.

In un clima di assoluta indifferenza istituzionale, si fa strada la normalizzazione del degrado.

Ma i cittadini, quelli che pagano puntualmente la tassa rifiuti, meritano di più, meritano rispetto, meritano trasparenza, meritano un servizio efficiente e controllato.

Non si può continuare a chiedere sacrifici economici senza offrire in cambio un minimo di qualità nei servizi erogati.

Non si può chiedere senso civico quando le istituzioni per prime sembrano abdicare al loro ruolo.

La gestione dei rifiuti non è solo un problema estetico o di decoro urbano: è un tema ambientale, sociale ed economico.

Incide sulla qualità della vita, sull’attrattività turistica del territorio e sull’igiene pubblica.

Ignorarlo significa danneggiare non solo il presente, ma anche il futuro della comunità.

Ciò che serve a Carovigno, oggi più che mai, è un cambio di rotta.

Serve una politica ambientale coraggiosa, serve ascoltare i cittadini, coinvolgerli, ma anche offrire loro un’amministrazione che dia il buon esempio, che investa realmente in controllo e pulizia.

Serve tornare a una visione della cosa pubblica come bene comune, e non come un fastidioso obbligo da gestire con il minimo sforzo.

Perché nessuna tassa potrà mai essere giusta se non è accompagnata da un servizio all’altezza, e perché la civiltà di un paese si misura anche dalla cura che riserva ai suoi spazi, ai suoi cittadini, alla sua immagine.

Carovigno merita molto di più.